Amatissima dai Reali di Savoia già dagli anni venti, Roccaraso è oggi una delle più importanti e famose località turistiche dell’ Appennino. È situata a 1250 mt. di quota, nel cuore degli Altopiani Maggiori, tra le due grandi aree protette dei Parchi Nazionali: quello d’Abruzzo e quello della Majella. In un ambito turistico di assoluto pregio in grado di offrire infinite possibilità per il relax, il divertimento, le attività sportive e il contatto con la natura, in ogni periodo dell'anno.
Roccaraso è una località che sa trasmettere al turista emozione: dalla bellezza della natura, dei suoi panorami e del suo incantevole borgo che ha saputo coniugare modernità e tradizione si aggiunge la grande ospitalità delle persone e la vacanza diventa indimenticabile.
Roccaraso è una località idiliaca sia per gli appassionati degli sport invernali sia per gli amanti della quiete offre una mriade di esperienze da vivere tutto l'anno.
D'inverno, Roccaraso affascina con la neve e con un comprensorio sciistico sorprendente caratterizzato da più di 28 impianti di risalita e da 110 km di piste in cui praticare anche lo sci di fondo, snow-board, sled-dog, snow-tubing e affittare motoslitte e quad. Immancabili poi, per chi ama lasciarsi conquistare dalla montagna più vera, le suggestive escursioni con le ciaspole. A completare l’offerta c’è un attrezzato palaghiaccio coperto presso il centro abitato di Roccaraso.
D'estate, Roccaraso sorprende con i suoi meravigliosi paesaggi, sfondo ideale per il trekking e la mountain bike, offre inoltre la possibilità di praticare il golf, il tennis, il calcio, l'equitazione, il tiro con l'arco, accontentando anche l'ospite più esigente. Roccaraso è tra le “Città decorate al Valor Militare per la Guerra di Liberazione, il paese fu completamente raso al suolo durante la Seconda Guerra Mondiale e, ancora oggi, il Sacrario di Monte Zurrone ricorda tutti i dispersi del conflitto.
Il monumento è posto alla sommità del monte Zurrone ed è dedicato ai 145.000 Caduti durante il secondo conflitto mondiale, ai quali non fu possibile dare degna sepoltura, una lapide, una Croce. Roccaraso era uno dei tanti paesi e città italiane “bruciati” dalla guerra. Voluto dal tenace ed infaticabile Col. Vincenzo Palmieri, combattente egli stesso, decise di impegnarsi per costruire sui nostri monti un Sacrario che li ricordasse alle future generazioni. La costruzione del Monumento venne iniziata nel 1956 con offerte di Enti, Forze Armate, Associazioni combattentistiche di ogni parte d’Italia. Ogni anno, l’ultima domenica di giugno si svolge su Monte Zurrone la “Giornata del Ricordo”, affinchè il ricordo dei caduti per la Patria, il loro sacrificio sia la speranza di un futuro di pace.
La chiesa è stata ricostruita nel 1954 ma l’edificio originario, distrutto dai bombardamenti, risaliva a prima del XVI secolo e, secondo alcune testimonianze, arrivò a contenere anche 15 altari all’inizio del ‘600. Della chiesa originaria resta soltanto una statua d’argento di Sant’Ippolito, patrono di Roccaraso, realizzata dai maestri della scuola orafa napoletana e risalente anch’essa al '600.
Fu eretta nel 1656, come atto votivo dei cittadini scampati alla peste. Dall’epigrafe posta sul portale si deduce che, nell’anno 1743, i Roccolani rinnovarono i loro voti al Santo. E’ l’unico fabbricato scampato alla furia dell’ultima guerra. La facciata con coronamento a capanna e leggermente incorniciata da paraste appena accennate, in blocchi di pietra irregolari: il portale in pietra viva è sormontato da cimosa con volute laterali disposte a mo’ di timpano spezzato, al centro delle quali si trova un’epigrafe datata 1743. Chiude il coronamento del portale lo stemma del paese raffigurante tre torri. Nella parte alta si apre una finestra rettangolare che inferiormente presenta un motivo ornamentale a conchiglia. L’interno, ad aula unica e con abside semicircolare, presenta dietro all’altare maggiore, che poggia su colonnine in marmo, un coro ligneo, al di sopra del quale s’imposte sulla parete di fondo un’adorna nicchi contenente la statua di S. Rocco e lateralmente ad essa due ovuli decorati in stucco. Sul lato sinistro vi sono un altarino marmoreo e un rilievo in bronzo. Annessa alla chiesa si trova una cappella privata della famiglia Angeloni d’impronta barocca, ricoperta di cupolino arricchito da motivi ornamentali in stucco.
La strage ricordata dal sacrario fu commessa dai nazisti durante il periodo di occupazione in Italia, avvenuta il 21 novembre 1943 a Pietransieri. In località bosco di Limmari i soldati tedeschi trucidarono 128 persone, di cui 60 donne, senza motivazioni documenentate, ma per il semplice sospetto che la popolazione civile sostenesse i partigiani. La zona in cui avvenne il massacro rappresentava uno dei capisaldi della linea difensiva Gustav su cui le forze armate tedesche si attestarono dopo lo sbarco alleato a Salerno. La rappresaglia dei tedeschi, comandati dal tenente Schulemburg, si accanì in un primo momento contro il bestiame razziato, mitragliato e abbandonato nei boschi circostanti e in un secondo contro gli abitanti inermi che furono prelevati e condotti al bosco di Limmari per essere trucidati. Sul luogo della strage fu edificato un piccolo tempio le cui le pareti sono coperte di targhette di pietra che recano il nome e l’età di tutti i caduti. Per ricordare i martiri, si svolge nel paese il 20 novembre la fiaccolata del Ricordo che, sin dal 1945, ripercorre in maniera simbolica il percorso effettuato dalle sfortunate vittime, con una processione notturna che parte dalla località Limmari per giungere in paese.